VENEZIA: UNA ALTERNATIVA ALLE PASSERELLE MOBILI

E’ noto il grande problema del traffico pedonale a Venezia in situazioni di alta marea. Il Comune veneziano cerca di contenere il disagi utilizzando le cosidette passerelle mobili (vedi Figura 1).

Figura 1

Ma l’uso delle passerelle mobili comporta anche una serie di problemi:

1) è necessaria una gestione manuale delle passerelle (trasporto, messa a dimora, asporto) con conseguenti oneri economici con trascurabili;

2) è necessario un minimo di organizzazione nel preavviso/previsione dell’alta marea (in condizioni meteo particolari la posa potrebbe avvenire in ritardo…);

3) con lunghi periodi di acqua alta le passerelle rimangono in posto (con conseguenti problemi estetici, intralci, pericoli per usi non autorizzati, ecc…);

4) le passerelle garantiscono il servizio fino a una certa quota e non possono essere utilizzate per fronteggiare tiranti idrometrici maggiori. Per coprire quote idrometriche maggiori servirebbero passerelle modulari, in grado cioè di garantire il camminamento anche a quote superiori a 40-50 cm. Quindi le passerelle ordinarie possono coprire solo le alte maree minori;

5) con alte maree eccezionali le passerelle vengono coperte dall’acqua (a volte con problemi di galleggiamento);

6) per i prossimi decenni l’uso della passerella ordinaria può diventare obsoleto in quanto non adeguato a sopperire l’aumento della frequenza delle alte maree.

Si espone ora un modo diverso di affrontare il problema del traffico pedonale in condizioni di acqua alta; il sistema della passerella stanziale a scomparsa.

L’idea è molto semplice: utilizzare al posto della passerella convenzionale una passerella di tipo stanziale (ovvero installata permanentemente in un certo posto) ma a scomparsa (quindi non visibile in condizioni asciutte del suolo).

Viene sviluppato un piccolo progetto di fattibilità di cui ora forniremo le linee fondamentali. Utilizzeremo, nella descrizione, una serie di foto a carattere indicativo, tratte da alcuni prototipi virtuali allo scopo sviluppati.

Il progetto si basa su di un modulo di passerella lungo L=180 cm, largo B=120 cm, in grado di coprire una escursione massima di marea, netta sopra suolo, pari ad H=100 cm (vedi Figura 5).

Figura 1

Il modulo è composto da una parte scatolare fissa annegata nella pavimentazione e una parte mobile. La parte mobile presenta il lato superiore a vista, rifinito cioé con lastre di pietra del tipo ricorrente nelle pavimentazioni veneziane (vedi Figura 7).

Figura 2

In condizioni ordinarie la serie di moduli si intravvede appena sul selciato pedonale (vedi Figura 4) in quanto si notano esclusivamente i bordi delle lastre laterali in acciaio inox (vedi frecce grosse, Figura 3) ed il pozzettino di manutenzione (vedi freccia fina, Figura 3).

Figura 3

Non appena l’acqua invade il modulo (vedi sezione longitudinale, Figura 9) un sistema oleopneumatico attiva due martinetti bidirezionali che spingono, in modo controllato e lineare, con l’andamento del fronte liquido (indicativamente con velocità massime di 1 o 2 cm/min) la piastra superiore verso l’alto. Il movimento della piastra superiore comporta il movimento telescopico di una serie di lastre laterali accostate (vedi Figura 10). A titolo di esempio in Figura 11 viene simulato il livello di marea a quota +38 cm sul piano di calpestio.

Figura 4

Ogni modulo si muove per proprio conto (vedi Figura 12) e, fra modulo e modulo, si ha una distanza massima (vedi Figura 1) variabile fra 3 cm (posizione di riposo) e 6 cm (in condizioni di massima escursione verso l’alto). Tale aspetto è importante alla luce di problematiche di tipo antinfortunistico.

Figura 5

I moduli possono assumere varie configurazioni (vedi Figura 2, Figura 8 e Figura 12); dal semplice innalzamento della piattaforma superiore a qualche cm da terra, fino all’uscita completa della prima corona telescopica (+25 cm circa sul piano di calpestio) e così via sino all’elongazione massima di 100 cm.

Figura 6

Ogni modulo è a sè stante dal punto di vista costitutivo: comprende il circuito oleodinamico (vedi Figura 6), il materiale mobile in profilati e lamiere di acciaio inox, infine le piastre di ricoprimento e di base in calcestruzzo vibrocompresso.

Figura 7

Ogni modulo è altresì a se stante dal punto di vista funzionale: l’attivazione del servizio dipende da un sensore diverso per ogni modulo dimodoché è possibile ipotizzare la posa di passerelle stanziali a scomparsa anche in calli dotate di pendenze longitudinali non trascurabili.

Figura 8
Figura 9
Figura 10
Figura 11
Figura 12

Nell’elaborazione dell’idea si è tenuto conto di vari aspetti:

A) la passerella risulta modulare per agevolare la manutenzione ordinaria (ad es. asporto del polverino accumulato nel volume entro terra) e quella straordinaria. E’ possibile scollegare il sistema pneumatico di un modulo dal precedente e dal successivo e, in modo relativamente agevole (anche manualmente ma con la presenza minima di 4 operatori) è possibile estrarre il modulo e sostituirlo con un altro ovvero provvedere alla riparazione fuori terra;

B) un apposito chiusino con rivestimento a vista (quindi non percepibile in condizioni ordinarie) agevola la manutenzione del sistema pneumatico, agevola la pulizia dei depositi interni di materiale fino, permette di sollevare agevolmente il modulo, permette infine l’eventuale attivazione manuale ed isolata del modulo;

C) le pareti a movimento telescopico in lamiera di acciaio inox proteggono le parti interne da atti vandalici, sono sufficientemente robuste per resistere esse stesse ad atti vandalici, sono conformate in modo tale da limitare al minimo il passaggio di materiale grossolano (particelle di limo e argilla) e sono conformate in modo tale da aprirsi e chiudersi all’unisono con l’azione dei martinetti. L’eventuale inceppamenti nel movimento (accoppiato) è impedito da una apposita conformazione dei puntoni e tiranti interni;

D) la piastra superiore, in condizioni ordinarie, è allo stesso livello del terreno circostante e presenta a vista lo stesso tipo di pietra della pavimentazione (selciato). La piastra superiore è conformata in modo tale che le pietre di rivestimento possono essere asportate, rimesse, sistemate, fissate, senza intervenire sul modulo sottostante;

E) la geometria dei moduli, le interdistanze fra le lamiere di due moduli successivi, la velocità stessa di movimentazione, impediscono rischiosi incidenti anche in presenza di pedone sbadato o maldestro. Poiché la gestione delle passerelle stanziali a scomparsa sarà completamente automatizzata, questo aspetto antinfortunistico assume notevole importanza;

F) il tipo di sensore che attiva il movimento, il fatto che la parte interna è interessata dall’acqua al pari di quella esterna, la gestione oleopneumatica dei martinetti, sono stati messi a punto in modo tale da garantire omogeneità del movimento anche in presenza nei paraggi di forte moto dell’acqua di marea (onde secondarie in arrivo da canali, onde prodotte dal vento, onde prodotte dal passaggio di natanti e così via);

G) sono previsti materiali compatibili con l’aggressivo ambiente marino. Quindi acciai inox speciali, calcestruzzi additivati, malte bicomponenti, ecc… E’ quindi garantita nel tempo la durata di ogni modulo;

H) l’azione di sollevamento è accompagnata dalla successiva speculare azione di abbassamento (sempre indipendentemente dal carico) in quanto l’azione dei martinetti è bidirezionale, controllata e lenta. Il sistema oleopneumatico è studiato per altissime pressioni e bassissime portate di olio;

I) oltre ai carichi permanenti è previsto il carico accidentale da normativa corretto con coefficiente dinamico 1,5 (600 daN/mq);

L) le lastre laterali a movimento telescopico e la struttura interna possono resistere a carichi trasversali non insignificanti (conseguenti, ad esempio, a scontri con barche alla deriva durante l’acqua alta);

M) è prevista l’attivazione automatica di ogni modulo (in funzione del livello dell’acqua risalente), ma è anche possibile l’attivazione manuale (l’operatore agisce direttamente sul sistema previa apertura del chiusino nascosto). Ciò può essere utile durante le manutenzioni;

N) la conformazione del modulo agevola la manutenzione straordinaria per asportare il deposito di sedimento (ad esempio, una volta ogni 2 anni, ogni modulo può essere riempito di acqua e svuotato repentinamente con pompa);

O) le pareti a movimento telescopico sono conformate in modo tale da impedire l’ingresso di corpuscoli superiori a 3-4 decimi di millimetro. L’inceppamento è un evento praticamente impossibile in quanto corpi grossolani (sabbie) non possano interessare l’interno del modulo;

P) il sistema di sollevamento/abbassamento del basamento superficiale (sempre parallelamente al terreno anche in caso di azione disomogenea dei martinetti) permette di annullare possibili inceppamenti nello scorrimento delle lastre telescopiche laterali (sia in sollevamento che in abbassamento);

Q) ogni modulo, quando attivo, è sempre pieno d’acqua. Non c’è quindi il rischio connesso a sollecitazioni secondarie dovute alla spinta archimedea;

R) ogni modulo è facilmente asportabile (anche manualmente con presenza minima di 4 operai) e quindi è possibile facilmente intervenire su sottoservizi esistenti (parallelismi e attraversamenti) o prevederne di nuovi senza vincoli di posa;

S) ogni mudulo presenta un approfondimento massimo di circa 35 cm, non c’è quindi interferenza irrisolvibile con sottoservizi esistenti;

T) le misure standard di ogni modulo agevolano la progettazione dei punti di attacco a percorsi pedonali elevati (è possibile gestire fino a tre livelli di gradino, con passaggi garantiti larghi minimo 60 cm). I collegamenti a rampe o a gradini di ponti sono quindi sempre possibili;

U) il controllo centralizzato interessa tratti significativi di passerelle stanziali a scomparsa (qualche centinaio di metri possano essere gestiti da una sola centralina di gestione dell’olio);

V) in caso di mancanza di tensione, il movimento della passerella stanziale a scomparsa si congela nella situazione in cui è venuta meno la corrente;

X) i moduli possono essere dotati, con spesa contenuta, di opportune valvole che impediscono fuoriuscite incontrollate di olio in caso di rottura dei tubi di adduzione (ad esempio per lavori di scavo) o a seguito di deterioramento dei tubi stessi;

Y) il sovradimensionamento nei carichi di progetto permette di affrontare con sicurezza qualsiasi sollecitazione che possa interessare il modulo (sia nella condizione di stabile affossamento nel terreno, sia quando la pedana raggiunge il livello di sicurezza e ovviamente anche nelle situazioni intermedie, quando cioè avviene la movimentazione vera e propria).

In Figura 13 si propone una piccola gif animata per chiarire funzionalità e operatività della passerella stanziale a scomparsa.

Figura 13

Paron, 07/07/20

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