IL PROBLEMA
Nel mondo esistono circa 3500 specie di zanzare (una sessantina in Italia). Le zanzare hanno un corpo lungo da 3 a 10 mm. Il ciclo di riproduzione può svilupparsi con una sola generazione l’anno ovvero con più generazioni (in questo ultimo caso possiamo avere anche 15 generazioni l’anno). L’intera fase di sviluppo si svolge generalmente nell’acqua, in un intervallo di tempo di durata subordinata alle condizioni climatiche locali. La durata del ciclo di sviluppo varia da 4 giorni a 1 mese. In genere i maschi hanno una vita di 10-15 giorni, mentre le femmine vivono da circa 1 mese nelle generazioni estive e 4-5 mesi nel caso di femmine svernanti.
Le ovature a seconda delle specie possono essere isolate e/o sparse ovvero aggregate in piccole galleggianti di decine o centinaia di uova; il numero di uova deposte varia da specie a specie (da 100-150 a 500 uova). Il completamento della maturazione delle uova ha luogo solo dopo che la zanzara femmina ha assunto un pasto di sangue (ricordiamo che durante il pasto la zanzara “marca” l’ospite che ha subito la puntura lasciando sostanze attrattive che attirano altre femmine di zanzara).
L’attività degli adulti di zanzara mostra in genere uno o due picchi giornalieri di massima intensità alternati a fasi di riposo; abbiamo picchi nelle ore notturne, dal crepuscolo all’alba, ma in alcune specie l’attività interessa anche le ore diurne. Alcune specie di zanzare hanno un raggio di azione molto stretto (da decine a centinaia di metri), altre specie sono invece in grado di spostarsi anche su grandi distanze. La velocità in volo può variare da 1 a 5 km/h. La zanzara effettua un pasto di sangue in corrispondenza ad ogni ovatura (anche 5 mg per una sola puntura).
L’habitat delle zanzare è rappresentato sia da piccole quantità di acqua stagnante sia da grandi aree umide; risultano colonizzabili sia le acque dolci sia quelle salmastre. Nelle aree urbane diverse specie di zanzara si sono adattate sfruttando le opportunità offerte laddove vi è la possibilità che si formi un ristagno idrico di una certa durata.
La puntura delle zanzare non è di per sé particolarmente dannosa; in Europa l’importanza delle zanzare è soprattutto legata alla trasmissione di malattie a carico degli animali domestici ed alla molestia arrecata alle persone. Il rischio medico-sanitario associato alle zanzare e la molestia che questi insetti producono, sono alla base degli interventi finalizzati, se non a sradicarle, quanto meno a limitarne la proliferazione o gli attacchi.
Una lotta contro la proliferazione delle zanzare è efficace quando si ottiene la rimozione delle cause che possono creare condizioni per la formazione di temporanei microambienti acquatici atti ad agevolare l’ovulazione dei fastidiosi insetti. Illustriamo ora PozzettoSfera ovvero un dispositivo che può impedire alle zanzare adulte l’uso del fondo dei pozzetti di fognatura per deporre le proprie uova.
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IL DISPOSITIVO
PozzettoSfera è un manufatto che permette la gestione selettiva del passaggio dell’acqua piovana nelle caditoie stradali.
Si definiscono caditoie stradali i dispositivi che captano le acque defluenti nelle cunette poste nelle carreggiate urbane. Le caditoie sono costituite da una luce d’intercettamento, da un pozzetto sottostante e da una condotta trasversale alla strada che le collega al più vicino canale di fognatura.
L’uso di PozzettoSfera permette di ottenere, sia per i pozzetti-caditoia esistenti che per quelli di nuova costruzione, i seguenti obiettivi:
- agevolare il confinamento, a secco, degli odori di fogna;
- impedire l’ingresso/uscita di piccoli animali al/dal fondo del pozzetto-caditoia;
- impedire il deposito di uova di insetti sul fondo del pozzetto-caditoia;
- ridurre drasticamente l’ingresso della luce solare al fondo del pozzetto.
Con il confinamento a secco si evita la sistematica presenza del cuscino d’acqua tipico dei comuni sistemi a sifone utilizzati nei pozzetti per annullare o ridurre le trasmissioni di odori sgradevoli verso l’ambiente esterno, particolarmente nelle fognature destinate a gestire contemporaneamente il flusso di acqua nera e il flusso di acqua di pioggia.
Con PozzettoSfera piccoli animali quali lucertole, ratti e topi, insetti, non possono uscire/entrare dal/nel fondo del pozzetto-caditoia. In particolare l’impossibilità di ingresso/uscita di insetti implica che non possono verificarsi depositi di uova sulle acque stagnanti presenti sul fondo dei pozzetti; si ha quindi il particolare vantaggio di annullare l’annidamento e riproduzione delle zanzare.
PozzettoSfera impedisce alla luce solare di arrivare copiosamente al fondo del pozzetto riducendo drasticamente l’attività batterica aerobica e la crescita di micro-organismi.
PozzettoSfera è composto:
1) da una sfera cava dotata di peso specifico notevolmente inferiore a quello dell’acqua (vedi Figura 1);
2) da una lastra (vedi Figura 1) dotata di foro circolare avente diametro minore del diametro della sfera e opportune aste metalliche (vedi Figura 1) destinate a limitare gli spostamenti orizzontali della sfera stessa.
Quando la caditoia non riceve acqua la sfera chiude il foro (vedi Figura 2)
e ciò impedisce il passaggio di odori, luce solare e animali.
Quando la caditoia riceve acqua di pioggia in quantità elevata la sfera si alza per spinta archimedea (vedi Figura 3)
permettendo il deflusso verso il fondo del pozzetto. Quando arriva poca acqua di pioggia sopra la lastra si forma in cuscino d’acqua di limitata altezza che defluisce lentamente al fondo del pozzetto attraverso piccole fessure posizionate sul perimetro del foro della stessa lastra.
PozzettoSfera deve essere installato in pozzetti-caditoia per acqua di pioggia ove le acque in transito siano prevedibilmente prive di sostanze colloidali in quantità elevata e con ridotto rischio di trasportare in sospensione oggetti voluminosi. Per tale motivo la caditoia ove installare PozzettoSfera deve essere destinata a drenare superfici pavimentate rifinite in asfalto, pietra, porfido, calcestruzzo o comunque rifinite con rivestimento di tipo impermeabile; dette superfici devono essere prive di terreni o particelle fini colloidali in quantità elevata e a rischio dilavamento (come depositi di terra fine, accumuli di sabbia, accumuli di materiale organico, ecc…). Preferibilmente il pozzetto dove inserire PozzettoSfera dovrebbe essere dotato di caditoia a nido d’ape (le caditoie a feritoia agevolano maggiormente l’ingresso di materiali intasanti).
E’ sconsigliabile installare PozzettoSfera in pozzetti-caditoia per i quali sono prevedibili rarissime immissioni di acqua di pioggia. L’immissione dell’acqua di pioggia permette infatti l’azione pulente dei bordi del foro centrale della piastra e l’azione pulente della superficie della sfera; con l’immissione di acqua di pioggia vengono inoltre ridotti i rischi di formazione di depositi stabili di materiale intasante sulla superficie della piastra. La perdurante mancanza di acqua di pioggia in transito agevola la sedimentazione permanente di materiale sulla superficie della piastra ed aumenta il rischio di blocco del movimento della sfera.
Se il carico d’acqua sopra la caditoia assume proporzioni catastrofiche (ad esempio fenomeni alluvionali che comportano un tirante idrico sull’estradosso della caditoia maggiore di circa 5-10 cm) esiste il rischio di blocco del movimento della sfera e quindi di blocco del deflusso verso il fondo del pozzetto. Per tale motivo é sconsigliabile installare PozzettoSfera in pozzetti-caditoia vistosamente sottodimensionati in relazione all’area afferente da drenare.
Nei casi dubbi, per tener conto delle sopracitate controindicazioni, si consiglia l’attivazione di un sito di prova su cui sperimentare il comportamento di un paio di PozzettoSfera per un periodo non inferiore ad almeno 12/24 mesi.
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MODALITA’ DI INSTALLAZIONE
Passaggio 1)
Valutare innanzitutto l’idoneità del pozzetto ad ospitare PozzettoSfera (vedi i limiti di utilizzo accennati in precedenza. Rimuovere la caditoia (Figura 4).
Passaggio 2)
Controllare la sezione interna del pozzetto. A seconda della sezione andrà scelto il modello appropriato di PozzettoSfera.
Passaggio 3)
Controllare l’idoneità della luce di accesso. La sezione netta lasciata dal supporto in ghisa della caditoia deve permettere il passaggio di PozzettoSfera (vedi Figura 5).
Passaggio 4)
Controllare l’assenza di disallineamenti significativi fra le pareti interne del pozzetto ed i corrispondenti spigoli interni del supporto in ghisa della caditoia (deve essere garantita la possibilità di poter movimentare e posizionare correttamente PozzettoSfera). Controllare inoltre che il sistema di scarico del pozzetto non sia troppo alto: il punto più alto del tubo di scarico sul fondo del pozzetto deve trovarsi ad una distanza dell’intradosso della caditoia superiore da quella del punto di fissaggio dei supporti di almeno 2 cm (vedi Figura 6).
Passaggio 5)
Pulire fondo e pareti del pozzetto da residui e sfridi di malta. Segnare i punti di posizionamento dei tasselli. Utilizzando un trapano a basso voltaggio ed a percussione creare 1 foro con punta da 9 mm sulla mezzeria di ogni lato interno del pozzetto esattamente alla distanza dalla parte centrale dell’intradosso della caditoia fissata dal modello da installare di PozzettoSfera (vedi Figura 7).
Passaggio 6)
Fissare i 4 supporti (tasselli a occhiello posizionati orizzontalmente). Se i fori sono stati eseguiti inclinati piegare ogni singolo occhiello per renderlo orizzontale (vedi Figura 8).
Passaggio 7)
Inserire delicatamente la piastra forata entro il pozzetto. La presenza della guarnizione EPDM ai bordi dovrebbe facilitare l’operazione in quanto la sezione rigida della piastra presenta dimensioni inferiori alla larghezza interna del pozzetto. Al contempo la presenza di “funghetti” nella parte terminale delle astine riduce il rischio di subire abrasioni e tagli alle mani e agli arti (vedi Figura 2).
Passaggio 8)
Controllare che PozzettoSfera risulti perfettamente orizzontale ed “appoggiato” su tutti i tasselli a occhiello (vedi Figura 9).
Passaggio 9)
Assicurarsi che i bordi della piastra in gomma EPDM risultino rivolti verso la parte alta del pozzetto. In tal modo si evitano ristagni d’acqua ai bordi della piastra (vedi Figura 10).
Passaggio 10)
Inserire nel pozzetto la sfera e posizionare la stessa sfera sopra il foro centrale della piastra (vedi Figura 2).
Passaggio 11)
Accertarsi della corretta installazione e del corretto funzionamento di PozzettoSfera svuotando un secchio d’acqua dentro il pozzetto-caditoia. La palla deve ritornare nella posizione originale di chiusura del foro (vedi Figura 11).
Passaggio 12)
Riposizionare la caditoia a chiusura del pozzetto (Figura 12) e programmare gli interventi di manutenzione. Inizialmente la frequenza degli interventi di manutenzione deve essere impostata su valori elevati; con l’andar del tempo, a seconda del comportamento del sistema con riferimento al rischio intasamento, la frequenza di manutenzione potrà essere via via minore.
Paron, 25/3/2020